L'esposizione dei dati raccolti
La prospettiva di studio e di analisi definita secondo i criteri indicati nelle precedenti sezioni ha certamente risultati interessanti sotto due punti di vista: a) la presentazione al pubblico dei materiali elaborati; b) l'utilità e la fruizione dei dati esposti. Certo, la fruibilità è maggiore per chi possiede un interesse specifico per il settore del dialetto, ma l'attività di ricerca, le modalità con le quali essa viene condotta e i risultati di tutto il lavoro possono costituire una fonte scientifica di interesse anche in ambito scolastico e didattico, dove la comparazione linguistica può indirizzare in modo più significativo l'apprendimento degli studenti. Naturalmente, la forma con la quale possono essere esposti i risultati cambia a seconda della natura specifica che ha avuto la ricerca: essa ha sempre come punto di riferimento il "comportamento" del dialettofono del Basso Piave, ma quest'ultimo viene analizzato in relazione a determinati contesti d'uso della sua comunicazione quotidiana e della sua manifesta relazione col contesto socio-ambientale in cui egli ha vissuto.
A questo proposito tutte le prospettive di approfondimento possono essere valide, purché condotte in maniera rigorosa:
- un vocabolario che si configura come raccolta di singoli lemmi in uso presso il dialetto considerato;
- gli scritti in prosa, testimonianza di una lingua d'uso quotidiana che privilegia perciò, per sua natura, la testualità e non i singoli vocaboli;
- la poesia in dialetto che, pur confermando la scelta di una prospettiva testuale, cerca di fatto una propria affermazione "letteraria", e senz'altro più recente, diversa dalla consueta idea di testo che caratterizza l'espressione in prosa;
- il saggio relativo a un particolare settore di interesse etnologico (storia e descrizione degli usi e costumi, modi di pensare della gente dialettofona, studio degli archetipi e delle strutture mentali dall'origine lontana, non ben precisata o definita, ma che pure sopravvivono fino all'epoca odierna).