ERACLEA: La storia
L'area su cui sorse Eraclea in origine era caratterizzata da un arcipelago di isole chiamato Melidissa (dal greco meliedes, "luogo migliore"). Queste contornavano l'antico lago della Piave, situato all'incirca nella zona attualmente nota col nome di località Busatonda. Si trattava di un territorio paludoso, abitato ancor prima dell'arrivo dei Romani. Col sopraggiungere delle popolazioni barbariche nel nostro territorio, gli abitanti di Oderzo si trasferirono in massa a Melidissa e qui fondarono la città di Heràclia, nome assegnatole in onore dell'imperatore d'Oriente Eraclio I che fornì protezione alla nuova testa di ponte e baluardo contro i barbari, ruolo che prima era appunto ricoperto da Oderzo. Nelle cronache medievali la città è denominata Civitas Nova Heracliana (Cittanova). Intorno al VII secolo Eraclea era già una città ricca, potente e densamente popolata. In quel periodo nella sua cattedrale fu tenuta un'adunata generale durante la quale le città lagunari decisero di affidare il governo di tutte le isole ad un unico capo, il Doge, che assunse il seggio dogale a Eraclea. Il primo fu Paoluccio Anafesto.
In seguito, si preferì spostare la sede dogale nelle isole che formano l'attuale città di Venezia perché gli interessi economico-politici più importanti si svilupparono piuttosto in quell'area e, di conseguenza, venne a mancare l'attenzione verso la palude eracliana, che in precedenza aveva svolto un ruolo fondamentale dal punto di vista difensivo. Così il territorio di Eraclea divenne zona desolata, infestata dalla malaria, percorsa da pestilenze e carestie; i pochi abitanti che vi rimasero erano dediti all'agricoltura e alla pesca. Nel Settecento un rinnovato interesse per questa zona consentì la costruzione di una chiesa in uno dei punti più elevati del territorio; esso venne chiamato Grisolera (nome derivante dalle grisiòe, canne palustri utilizzate per intrecciare stuoie). Esso divenne Comune con l'avvento dell'Unità d'Italia ma, a causa dell'esiguo numero di abitanti, venne diviso e assegnato in parte a San Donà di Piave e in parte a Cavazuccherina (Jesolo). Solo nel 1919 ritornò ad essere nuovamente comune. Durante il primo conflitto mondiale, Grisolera venne completamente distrutta dall'artiglieria italiana nel tentativo di bersagliare le postazioni austriache; inoltre, il territorio fu allagato mediante la rottura degli argini del Piave, per ostacolare l'avanzata del nemico. Durante il ventennio fascista (1920 - 1940) fu avviata una grande opera di bonifica: la palude venne trasformata in una vasta pianura e ciò consentì il nuovo sviluppo agricolo. Nel 1950 il Comune abbandonò il nome "Grisolera", toponimo che richiamava immagini di miseria e povertà, per assumere l'antica denominazione di Eraclea. Oggi, oltre a diverse località, il territorio comunale di Eraclea conta sette frazioni: Brian, Ca'Turcata, Ponte Crepaldo, Stretti, Torre di Fine, Valcasoni, Eraclea Mare.