I festeggiamenti in onore di San Martino costituiscono uno degli appuntamenti più attesi per la popolazione del Basso Piave, ma per la gente di Torre di Mosto tale evento è inserito anche nella locale ricorrenza del santo patrono, che quest’anno si è prolungata per ben tre settimane. L’Associazione “G.R.I.L. Basso Piave” ha aderito volentieri all’invito di Massimo ed Alessandro Pascon a partecipare alla manifestazione messa in atto dalla locale Pro Loco domenica 27 ottobre 2013, inserendo la propria attività di ricerca fra quella presentata dalle altre realtà associative presenti.
È stata ancora una volta l’occasione per offrire al numeroso pubblico intervenuto nell’arco della giornata una rappresentazione della vita che un tempo animava le case del Basso Piave e quegli spazi, interni ed esterni, nei quali uomini, donne, bambini ed anziani svolgevano le loro consuete attività.
Per questo, nell’offrire questa particolare scenografia, l’Associazione ha voluto coinvolgere proprio la popolazione locale, per esempio attraverso i giochi che un tempo generalmente si vedevano svolgere ai bambini.
Ma molto sentita è stata soprattutto la partecipazione degli anziani alla coreografia che hanno trovato: in due diversi spazi separati tra loro, come del resto un tempo accadeva, i membri del’Associazione hanno potuto far rivivere la netta distinzione che esisteva un tempo fra uomini e donne del territorio del Basso Piave, dove ambiti d’azione e ruoli ad essi afferenti erano ben differenziati.
Ecco allora le donne intente a svolgere le tipiche mansioni femminili (quali per esempio cucire, rammendare, lavorare a lana, lavare …, e magari qualche nonna intenta invece a pregare.
Non che l’uomo non potesse intervenire su richiesta delle donne di casa: poteva accadere che si dovesse aggiustare qualche oggetto o qualche strumento di lavoro casalingo. Solo allora veniva richiesto l’intervento dell’uomo.
Generalmente, però, gli uomini non interferivano mai nelle faccende domestiche, come le donne non entravano nel merito di ambiti d’azione (la stalla, il campo…) specificamente demandati al ruolo maschile. Gli uomini erano piuttosto intenti a svolgere le loro tipiche mansioni e, dal momento che la realtà geografica (in particolare a Torre di Mosto) lasciava ampio spazio anche all’utilizzo di risorse ittiche, frequentemente capitava di notare qualche pescatore che aggiustava le sue reti.
Nelle vicinanze della tipica casa del Basso Piave non era neppure una novità vedere animali da allevamento: diversi espositori presenti in piazza hanno potuto mettere in evidenza anche questo aspetto, essenziale un tempo per ottenere le risorse necessarie alla sopravvivenza di ciascuna famiglia.
L’Associazione rivolge un plauso particolare ad alcuni giovani (frequentanti l’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente di Piavon di Oderzo) che mostrano tutta la loro grande passione e l’amore per la loro terra costruendo ed esponendo, secondo una ricostruzione fedele, attrezzi e macchinari usati per lavorare la terra, nonché spazi tipici delle case coloniche o aree prossimali e loro specifico utilizzo.
La trasmissione identitaria rimane, in ogni caso, l’elemento più qualificante di quella realtà, che continua ancora oggi a rendere i giovani orgogliosi della propria ascendenza.