NOI BAMBINI…PROTAGONISTI

ALLA FESTA DI SAN MARTINO A CEGGIA.

È stato senz’altro un salto nel tempo quello in cui si sono ritrovati ad essere protagonisti i bambini foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-213quando, domenica 10 novembre 2013, si sono dati appuntamentofoto-san-martin-ceggia-10-11-2013-214 nella Piazza accanto al Municipio di Ceggia per vivere, insieme ai membri dell’Associazione “G.R.I.L. Basso Piave”, ai genitori e alle loro maestre, i festeggiamenti indetti dalla Pro Loco in onore di San Martino.

Nello specifico, si trattava degli alunni delle classi quarte A–B–C della Scuola Primaria foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-227C. Collodi” di Ceggia, che già lo scorso foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-225anno scolastico hanno aderito al progetto didattico presentato dall’Associazione negli Istituti Comprensivi del territorio. Quest’anno, data la maggiore consapevolezza da loro raggiunta in merito alla conoscenza delle caratteristiche identitarie del Basso Piave, hanno partecipato ai festeggiamenti indetti dalla Pro Loco e ai quali l’Associazione, grata per l’invito, risponde ormai da più anni. In questo modo si è potuta realizzare concretamente anche quella piena sinergia tra enti o realtà istituzionali presenti nel medesimo territorio (scuola – associazioni – Pro Loco locale) allo scopo comune di riscoprire, evidenziare e poter quindi valorizzare appieno l’identità, consentendo così di far emergere dal seno stesso della comunità locale ciò che essa è ed è stata in un passato non troppo lontano.foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-293

Non è stato poi così difficile.foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-303 E l’impressione comune è stata proprio questa: una volta indossati persino i costumi usati all’epoca dei bisnonni e dei nonni, agli adulti presenti è sembrato che i bambini fossero proprio quelli che circa un secolo fa si vedevano giocare nei cortili delle case del Basso Piave.

Alle loro spalle, gli adulti svolgevano intanto foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-219tutte le mansioni che normalmente foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-322il loro specifico ruolo (maschile o femminile) richiedeva nell’ambito della gestione della vita domestica (le donne) o nell’ambito della vita professionale quotidiana (gli uomini). Spazi e ambiti erano del resto ben definiti.

Naturalmente, l’elemento più significativo era quello della trasmissione identitaria: nonni e bambini foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-268– i veri protagonisti dell’azione –foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-285 trovavano lo spazio adeguato anche per apprendimenti di tipo ludico, che erano comunque intesi a consentire ai più piccoli di raffinare le loro abilità e a rafforzarne perciò l’uso anche in campo lavorativo, una volta diventati più grandi.

I maschietti, certo, hanno molto apprezzato il foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-325gioco del trotoeo che, con grandefoto-san-martin-ceggia-10-11-2013-237 cura, i nonni aiutavano i propri nipotini a realizzare, e l’uso dei tzercioni de a bici.

I più grandi, invece, adeguatamente istruiti nel lavoro inteso allora in senso davvero artigianale, potevano dare sfogo alla loro creatività.

Naturalmente, San Martino per la nostra gente non sempre significava un momento felice, anzi: foto-san-martin-ceggia-10-11-2013-235-bisnon avveniva di rado che proprio in tale giorno si chiudesse il contratto agrario che sussisteva fra il proprietario della terra e il contadino, al quale era stata assegnata perché ne traesse il maggior prodotto possibile. Se i resoconti della produzione non erano stati positivi, il mezzadro riceveva l’incòmio (l’escomio), cioè doveva lasciare casa e terra e trovare un altro proprietario disposto a fare un nuovo contratto. E tutto questo avveniva all’inizio della stajon morta, il che non faceva presagire certamente un bel futuro.

Ecco giustificata ed al tempo stesso esaltata, la presenza in scena di un carretto, (anche se piccolo, è stato anch’esso frutto di una autonoma e specifica ricerca degli alunni), trainato a mano per chi era davvero più povero, e riempito di tutti gli oggetti che potevano essere più utili allafoto-san-martin-ceggia-10-11-2013-284-bis famiglia (l’espressione métar el pajón so ’l càro fa intendere tutta la mestizia con cui, un tempo, questo trasloco avveniva…).

Proprio su questo oggetto si sono concentrati l’interesse e l’attenzione dei bambini, considerata la sua particolarità: capire a cosa serviva e a quale momento intimo rinunciavano coloro che dovevano portarlo via, ha fatto anche cogliere con consapevolezza la tristezza di quel momento, che poco aveva a fare con il semplice e ben più gioviale “dolce di San Martìn”, messo a disposizione dei bambini ai giorni nostri e che, semplicemente, doveva rammentare un tempo, a coloro che usufruivano di uno copioso reddito, dato da un abbondante raccolto, di non essere troppo duri con quei loro simili meno fortunati.

L’Associazione “G.R.I.L Basso Piave” ringrazia la Pro Loco per averle dato l’opportunità di mostrare, insieme agli alunni delle tre classi segnalate e ai loro genitori, nonché alle maestre Piercarla Zago, Giovanna Agostinetto e Carla Trevisan, qual era appunto la realtà identitaria del San Martino nel Basso Piave.

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