INCONTRO CONVIVIALE.
Come è prassi da vario tempo, per onorare la pratica del jutàrse e darse na man che un tempo caratterizzava la gente del Basso Piave, l’Associazione “G.R.I.L. Basso Piave” ha risposto all’invito fatto dalla signora Stefania Basso di partecipare ad un ritrovo conviviale da lei organizzato, attraverso il quale poter offrire un aiuto concreto a bambini del nostro territorio (e relative famiglie) che si trovino in situazioni di difficoltà economica, andando così incontro ai loro bisogni.
Il convivio si è tenuto al Ristorante “Alla Cacciatora”, nella località di Caposile (Musile di Piave), venerdì 30 gennaio, rinnovando un costume che appassiona ormai molti amici e conoscenti.
Come di consueto, l’Associazione ha voluto partecipare all’evento apportando un proprio messaggio identitario, frutto della propria ricerca. E per lanciarlo, è partita appunto dal particolare periodo stagionale in cui si è svolto l’incontro: gli ultimi giorni di gennaio sono noti nella tradizione popolare come i jórni de ’a ghèrla e rappresentavano il passaggio culmine di quella che un tempo veniva definita ’a stajón morta (l’inverno).
Essa cominciava dopo la festa di San Simión, che chiudeva l’anno solare per la gente di palude (il suo ricordo ormai si perde persino fra gli attuali anziani del nostro territorio, che – se ricordano di averla sempre festeggiata – non ricordano più, ora, il valore di questa festività!).
Ma come veniva trascorsa la lunga e dura stajón morta? Quando la stalla costituiva ancora l’unica stanza veramente calda dell’intera abitazione, era prassi comune riunirsi in questo spazio accogliente, dove nonni e nonne allietavano i bambini con filastrocche e detti: questi, fra i tanti altri dell’intera giornata, rappresentavano i momenti più forti di trasmissione identitaria, che legavano anziani e giovani.
Poi giungeva il Natale, festeggiato in maniera sobria, in tempi in cui la corruzione del denaro non aveva fatto ancora la sua comparsa lo si celebrava tutti riuniti attorno al desco famigliare.
In tempi più recenti si è introdotta, invece, la pratica – da parte dei bambini – di andare questuando di buon mattino, per tutte le case vicine, qualche soldino il primo giorno dell’anno (con una tipica filastrocca che pochi oggi ricordano).
Subito dopo ricorreva l’uso di bruciare il Panevìn, rivolto a quell’antica divinità percepita come buona e generosa che consentiva all’uomo di palude di poter sopravvivere durante il lungo inverno, avvalendosi della risorsa per lui più proficua: il fuoco.
L’inverno non era ancora finito, però: il freddo dei jórni de ’a ghèrla e poi quello de ’a candeòra (ricorrenza tipicamente cattolica) potevano ancora dare l’ultima sferzata e prolungare faticosamente il superamento della stagione invernale.
Solo con l’arrivo della primavera si poteva contare su nuove risorse e il maggior simbolo di sostegno alla vita, per la gente di palude, era l’uovo: l’Associazione ha ricordato, a questo proposito, una serie di filastrocche in uso un tempo presso le nostre nonne, che ne facevano comprendere facilmente l’importanza riconosciuta fin dall’inizio dei tempi e collegata alla mitologia Eurinome. Molte altre, invece, sono state ricordate per far comprendere al pubblico quali teneri insegnamenti si prodigassero ai bambini per favorire la loro formazione e si facessero astuti (chi non conosce la notissima Storia de el Sior Intento?).
Un sentito e straordinario ringraziamento va, come sempre, a tutti coloro che, con pronta sensibilità ogni anno rispondono all’invito loro rivolto, unendosi a Stefania Basso e all’Associazione, per far sì che questa diventi una consuetudine gioiosa consolidata nel tempo.
Ringraziamo, però, vivamente anche tutti quei docenti che hanno voluto dare testimonianza, con la loro presenza, del percorso didattico che l’Associazione da anni porta nelle scuole.
Appunto per questo, l’Associazione ha voluto congedarsi dai partecipanti con un canto che ha eseguito insieme ai ragazzi della classe IIIa B della Scuola Media “R. Onor” di San Donà di Piave quando, lo scorso 10 aprile 2014, hanno dato il loro vivo apporto ad una presentazione libraria dedicata alla tematica dell’emigrazione dei nostri Veneti nel mondo, avvenuta tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
Altri progetti specifici hanno visto protagoniste le attuali classi seconde del medesimo Istituto.
Il progetto didattico dell’Associazione vedrà invece protagoniste, proprio a partire dai jorni de ’a gherla del 2015, anche altre classi di diversi Istituti Comprensivi del nostro territorio.