È stata finalmente una mattinata soleggiata quella del 22 agosto, durante la quale l’Associazione “G.R.I.L. Basso Piave” ha potuto accompagnare alcuni ospiti della struttura di “Anni sereni” – Città di Eraclea in un’uscita nel territorio del Basso Piave.
Gli ospiti della struttura, infatti, da tempo avevano espresso il desiderio di poter effettuare una visita nei luoghi in cui a lungo hanno vissuto o in cui si trovavano ancora le case nelle quali hanno abitato le loro famiglie, magari prima di qualche trasloco, o dove qualcuno, semplicemente, per esigenze familiari, è stato portato dai figli, ora lontani o impegnati in attività lavorative.
La possibilità di evadere dal consueto ambiente di vita quotidiana ha suscitato senz’altro in loro un’intensa emozione. La visita, proposta da Pierluigi Cibin all’educatrice Ivana Prior nell’ambito di un percorso di ricerca avviato dall’Associazione nel novembre 2013, è stata possibile grazie all’utilizzo di un piccolo mezzo attrezzato, che ha facilmente consentito i vari spostamenti dei visitatori (ringraziamo Paolo Pasqual, l’operatore alla guida del mezzo per la pazienza e la competenza).
Al seguito, con mezzo proprio, si sono mosse le associate Aidi Pasian e Anna Maria Stefanetto, con cavalletto per le riprese dell’evento e macchine fotografiche.
Tutto è cominciato proprio dalla sede di “Anni sereni”. Il percorso ha toccato inizialmente il territorio di Eraclea: dopo un breve percorso effettuato in strade adiacenti campagne e anche estese risaie, si è giunti rapidamente all’idrovora di Torre di Fine, inserita nel contesto del bellissimo e tranquillo porticciolo antistante. Di lì, ci si è mossi, in direzione del sito ove sorgono le porte vinciane, le cosiddette “bocche di Brian”, e gli ospiti hanno potuto ammirare proprio la particolare confluenza delle acque in quel punto. Procedendo lungo la Livenza morta, si è raggiunta l’idrovora di Termine (Ongaro Inferiore) e quindi, lungo la famosa via Pollastrona, gli ospiti hanno potuto ammirare la piccola chiesetta di Santa Maria degli Angeli.
A questo punto, l’intera comitiva era già immersa nei luoghi da loro vissuti e dai quali hanno tratto la formazione e l’affettività che, tutt’oggi, ancora li sorregge e li conforta.
Dato il poco tempo che avevamo a disposizione per l’uscita, velocemente ci si è diretti, passando per il Ponte Capitello, a Boccafossa e, attraverso questa (dopo una fugace vista della sua idrovora), si è giunti all’altra idrovora collocata in un importante sito del Basso Piave: l’idrovora di Staffolo. Da qui, lungo l’alberata via Staffolo, si è arrivati al ponte in prossimità dell’abitato di Stretti.
Dopo alcuni accenni da parte del signor Cibin sull’importanza anche storica del sito di Busatonda, non molto lontano da lì, era inevitabile concludere il nostro percorso arrivando all’idrovora di Cittanova, in prossimità della quale egli ha anche potuto far vedere i resti archeologici di un antico mulino, ancora in uso fino all’inizio dello scorso secolo e noto a quanti, fino ad allora, hanno continuato a servirsene (giungevano perfino da oltre il centro di Ceggia).
A questo punto si è unita al nostro gruppo l’associata Stefania Basso, giunta direttamente sul sito dell’importante idrovora.
L’Associazione ringrazia il Consorzio di Bonifica, nella persona del geometra Walter Corazza (avvertito della visita al manufatto) e, in particolare poi, il geometra Christian Bonetto che, accolti gli ospiti al suo interno, ha fornito esaurienti spiegazioni in merito alle caratteristiche della struttura e alle necessità idriche che la determinano.
Proprio quando stava per iniziare la nostra visita al manufatto, alcuni visitatori stranieri di passaggio, affascinati dalla possibilità di visitarne l’interno, si sono aggregati al gruppo di ospiti di “Anni sereni” e la nostra associata Anna Maria Stefanetto ha tradotto in francese alcuni aspetti fondamentali circa il funzionamento dei macchinari e l’utilità degli stessi, per quanto riguarda anche l’intera opera di bonifica, in un territorio come quello del Basso Piave situato alcuni metri sotto il livello del mare e che rischia perciò, molto frequentemente, di essere messo in pericolo da una sempre più massiccia presenza d’acqua (soprattutto quando vi è un’eccessiva piovosità).
Per gli anziani ospiti, ma anche per i più giovani visitatori, si è trattato di una vera e propria scoperta: è inusuale infatti per loro entrare in strutture simili. Qui hanno potuto facilmente comprendere il lavoro svolto dai potenti macchinari per asportare l’acqua dal canale Ramo, che raccoglie le acque dall’area sandonatese e le convoglia nel largo collettore che sta alle spalle dell’idrovora: due finestre aperte, collocate in direzione apposta e con visione diretta verso i due canali, hanno reso immediatamente l’idea persino ai bambini presenti.
Il sereno paesaggio che si intravede dalle finestre aperte sul retrostante collettore Brian permette di risentire ancora l’eco del tempo passato, anche se ormai lontano, trasportando immaginariamente il visitatore all’epoca in cui la bonifica non aveva ancora stravolto il volto antico dell’ambiente di palude, al quale la nostra gente rimane ancora aggrappata saldamente (basta incontrarla nel territorio per comprenderlo ed esserne convinti…).
Alla nostra gente e al proprio territorio d’origine, che certo non è contadina – come spesso qualcuno ancora afferma – Pierluigi Cibin ha dedicato appunto la poesia inedita “Palude, mia palude”, letta appunto agli ospiti in questa particolare occasione.
Per concludere il piacevole incontro, un ulteriore motivo di attrazione è stato offerto da Christian Bonetto che ha chiesto a un operatore della struttura di mettere in funzione dimostrativa il vecchissimo motore diesel esposto all’interno del manufatto.
A questo punto qualche fetta di dolce, offerta da Stefania Basso, ha allietato i visitatori che certo non si attendevano l’imprevisto spuntino (peraltro molto gradito).
Dall’interno, però, ci si è spostati all’esterno: con il consenso di Christian Bonetto, gli ospiti hanno potuto salire sopra l’argine del canale retrostante e vedere meglio il caratteristico paesaggio circostante, rilevante oltretutto sotto il profilo storico, considerato che ci si trova praticamente al centro dell’antica area di Civitas Nova Heracliana, prima sede della Serenissima.
E così a malincuore, la visita si è conclusa: dopo i doverosi ringraziamenti e saluti, il piccolo mezzo di “Anni sereni”, sempre seguito dalle reporters, ha attraversato l’antistante via Tiepolo e quindi la frazione di Ca’ Turcata, per toccare anche la piccola località di Paluda.
Gli ospiti della struttura fin dall’inizio della mattinata hanno manifestato visibile emozione per l’inattesa possibilità offerta loro di rivedere luoghi tanto cari e tale emozione si è potuta poi avvertire distintamente al termine del percorso svolto, quando – nel lasciarci – qualche lacrima ha velato i loro occhi pieni di gratitudine.
A noi sono bastati invece i loro sguardi di gioia, quegli sguardi che possono avere soltanto i nostri vecchi, impossibilitati ora a muoversi liberamente nel loro territorio come facevano un tempo…
Un ringraziamento speciale va, però, a Ivana Prior che ha regalato ai suoi ospiti una quotidianità un po’ diversa!
NOTE
Il percorso effettuato ha interessato aree del Basso Piave presentate nei percorsi 1 e 2 indicati all’interno del volume “Il Basso Piave. Paesaggi, sapori e tradizioni”, la ‘Guida turistica e culturale del Basso Piave’ per la cui realizzazione la nostra Associazione si è a lungo prodigata.
L’intera guida è liberamente scaricabile direttamente dal nostro sito: www.grilbassopiave.it (si veda il link ‘Guide al territorio’ nel menu posto a sinistra della home page del nostro sito).
Per esigenze di tempo e in relazione allo specifico argomento affrontato con gli ospiti della struttura “Anni sereni” – Città di Eraclea”, sono state visitate solo alcune aree particolarmente interessanti fra quelle citate all’interno dei suddetti percorsi, ai quali si rimanda invece per una proposta più articolata.
Aggiungiamo, per gentile concessione, il file relativo all’opuscolo editato dalla struttura e che riguarda la sintesi del’intero percorso effettuato.
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